Negli ultimi decenni, le città italiane hanno assistito a un fenomeno inaspettato: l’arrivo e la proliferazione di pappagalli originari di continenti lontani. Questi uccelli, inizialmente tenuti come animali da compagnia, sono riusciti a stabilirsi in ambienti urbani, formando colonie stabili e adattandosi sorprendentemente bene al contesto cittadino. Ma quali sono le cause di questa migrazione e quali impatti ha sull’ambiente urbano?
L’origine delle colonie urbane
Le specie di pappagalli più comuni nelle città italiane sono il parrocchetto dal collare (Psittacula krameri) e il parrocchetto monaco (Myiopsitta monachus). Entrambe originarie rispettivamente dell’Africa e dell’Asia meridionale, e del Sud America, sono state introdotte in Europa come animali da compagnia. Alcuni esemplari sono riusciti a fuggire o sono stati liberati intenzionalmente, trovando nelle città un ambiente favorevole alla sopravvivenza e alla riproduzione.
Adattamento urbano e diffusione
Le città italiane offrono ai pappagalli una serie di vantaggi: climi miti, abbondanza di cibo e la presenza di alberi e strutture adatte alla nidificazione. Questi fattori hanno facilitato la loro adattabilità e riproduzione. Le colonie di parrocchetti sono ormai stabili in diverse città, tra cui Roma, Milano, Bologna, Napoli e Bari, con gruppi che possono contare anche centinaia di esemplari.
